Sono stata La Ciclista Ignorante per 7 anni e in un certo senso lo sarò sempre, ne è la prova il mio logo tatuato sul braccio destro.
Tutto è iniziato al Cosmobike di Verona del 2016 dove è nata l’idea del nome e ancora prima quando il 4 giugno 2014 sono andata a comprarmi una bicicletta. Sono risalita alla data da una vecchia foto, l’ho cercata anni dopo perché è stato un momento importante e mai avrei immaginato quanto.
Ho aperto il Blog perché quando ho iniziato a pedalare mi sono subito sentita fuori posto: uomini che parlavano ad altri uomini, per le donne c’era poco, per il ciclismo non inteso come sport o viaggio ancora meno. Solo dopo è arrivata la passione per la ciclomeccanica e il decidere di aprire un’attività.
Un po’ per timore di cosa pensassero le altre persone non ho mai detto che mi sono accorta da subito di non volere un’attività, ma di voler creare un posto diverso, sicuro, accogliente per chi si sentiva giudicatə e sbagliatə. E dal mio punto di vista sono due cose differenti, ma non escludo che potrei avere torto.
Mi è capitato spesso di sentirmi giudicata, ad esempio quando ho scoperto che il mio meccanico non mi controllava i freni perché ero solo paranoica, li facevo controllare troppo spesso: si limitava a svitare un po’ la vite di registro per accorciare la corsa della leva, pensava non me ne accorgessi perché da donna cosa volevo capirne.
È stato così quando ho iniziato a parlare di mobilità cercando un punto di vista che andasse oltre bici vs auto e sono stata etichettata come quella che guarda il dito e non la luna.
È stato così in tantissime occasioni ed ognuna è stato il passo verso quella che sono oggi: una persona molto diversa, che si è vista la propria arroganza, il proprio ego, che ha fatto dello studio il principale strumento per realizzare una società diversa, perché si parte da dove siamo per cambiare le cose, non dall’esterno, non dall’altrə.
Non ho mai sopportato parlare solo di biciclette, anche perché ci sono periodi come ora in cui pedalo poco e aggiusto niente, credo fortemente nel potenziale umano e che questo potenziale si possa esprimere in modo differenti a seconda delle fasi delle vita. Alcuni di questi modi possono tornare (continuo ad amare follemente pedalare) ed altri chissà (non mi manca aggiustare bici).
Le persone sono molto di più delle gabbie in cui le rinchiudiamo.
Il Blog mi ha dato tantissimo, mi ha fatto crescere, mi ha insegnato a scrivere, ad espormi, a raccontarmi. È stato un compagno di viaggio voluto e importante ed infatti continuerà ad esserci ma con tutta un’altra forma e un nuovo dominio.
Voglio scrivere liberamente per quello che mi sento, senza sentirmi obbligata a rispettare standard, non so se imposti, ma in qualche modo troppo presenti: così lavoro a metà, mi sforzo per un po’ ma poi non funziono e così non rispetto me stessa e neanche chi mi segue e sostiene da sempre.
Tante parole, forse troppe, per dire solo che questo Blog non verrà più aggiornato ma se avete amato questo spazio, come scrivo, quello che scrivo, potete trovarmi su adriananselmo.it.
Niente più nick, il mio nome, per racchiudere tutto quello che faccio (e farò, perché la vita è dinamica): scrivere, parlare, creare.
Non cambia la meta: il desiderio di incoraggiare, costruire un luogo (non solo virtuale) dove le persone possano sentirsi a proprio agio, accolte, sostenute. Non cambiano i valori: etica, trasparenza, contaminazione di idee e condivisione.