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Piacere, mi chiamo Adriana…

…come va?

Ok non puoi rispondere (se vuoi puoi commentare qui sotto in realtà), ma il punto è che non mi piacciono molto le formalità. Nel tempo ho lottato per appropriarmi del mio stile e qui troverai una presentazione atipica di chi sono (per chi è un po’ più tradizionalista qui può trovare il mio curriculum). Non so se è un limite solo mio, ma personalmente trovo difficile distinguere chi sono da quello che faccio.

Sono nata e cresciuta a Genova, dove ho abitato per buona parte della mia Vita.

Nel 1998 mi sono diplomata come geometra. Per farti capire quanto sono giovane, ti dico solo che all’epoca alla maturità sorteggiavano le materie da portare all’esame e il punteggio era in sessantesimi. Non ho mai preso l’abilitazione: da piccola volevo fare l’ingegnere e pensavo che un istituto tecnico potesse essere un buon punto di partenza. Non mi sono mai laureata.

Ad un certo punto mi sono resa conto che il lavoro di geometra non faceva per me, ho fatto un’esperienza come barista e come operatrice di call center, fino ad arrivare alla grafica. Ho iniziato in una piccola tipografia dove da autodidatta ho imparato parte del mestiere. Sono autodidatta per quasi tutte le materie che conosco ed una parte la condivido su questo blog.

Per motivi troppo lunghi da raccontare qui, poco dopo ho deciso di mettermi in proprio, ma ero troppo giovane e inesperta.

Nel 2007 ho iniziato a collaborare con un service di stampe digitali e nel 2008 ho chiuso la partita iva per diventare dipendente. Ci sono rimasta fino al 2018. Non pensavo di starci così tanto, nel mentre però sono andata a vivere da sola e il lavoro, nonostante mille problemi, mi piaceva: ricordo ancora che stampavo striscioni enormi che una volta appesi sembravano fazzoletti, ho allestito diversi Saloni Nautici, Slow Fish e moltissime mostre a Palazzo Ducale.

Sono stati anni molto formativi: l’azienda non era grandissima, eravamo meno di dieci dipendenti, le cose da fare moltissime tra colleghi da coordinare, fornitori da seguire e clienti da servire. Sono grata a quel pezzo di Vita per quello che mi ha insegnato sia professionalmente che umanamente.

Il piacere di andare in bicicletta è uno di quei piaceri di una volta che hanno il diritto di ritornare perché insostituibili. Dalla sella della bicicletta vediamo il mondo in modo un po’ diverso, lo cogliamo in un certo senso dall’alto. Muovendoci ad una velocità che ci consente di leggerlo bene, lo gustiamo nei suoi particolari e possiamo soffermarci su dettagli interessanti e suggestivi. (Dino Villani)

Nel 2014 per puro caso sono andata a comprarmi una bicicletta, non salivo in bici da più di 20 anni, era la cosa più lontana da me: nella mia Vita serviva un cambiamento. Abitavo sulle alture genovesi, i primi giorni impiegavo circa 12 minuti ad andare al lavoro e quasi 2 ore a rientrare: ad un certo punto scendevo e camminavo. Non so spiegare cosa mi abbia spinto a non mollare.

Ho cambiato casa, venduto lo scooter, iniziato a fare corsi per occuparmi in prima persona della mia bicicletta.

A fine 2016 ho deciso di aprire questo blog e nel 2018 ho aperto la mia ciclofficina a Genova. Trovi tutta la mia storia tra le pagine di questo blog.

In un certo senso mi sentivo arrivata: anche se credo nella crescita e miglioramento continuo, pensavo di avere realizzato il mio sogno, aver percorso un bel pezzo del mio viaggio. Ma la Vita sa sorprendere in modi inaspettati.

Nel 2022 mi sono sposata e questo mi ha permesso di realizzare un altro sogno: lasciare Genova.

Non avevo mai avuto il coraggio di andarmene da sola, ma mio marito è di Sarzana e messi sul piatto costi e benefici ho deciso di fare questo passo. Ed ancora una volta la Vita è stata sorprendente.

L’idea iniziale era piuttosto scontata, chiudere a Genova per aprire a Sarzana, ma ho tentennato, per un po’ ho fatto avanti e indietro: andavo a Genova una settimana al mese e ɜ clienti erano dispostɜ ad aspettarmi, motivo di grande orgoglio lo ammetto. Dopo 4 anni sentivo che era arrivato il momento di fare un altro passo, di essere più coraggiosa di quello che ero stata fino a quel momento.

Leggere, studiare e confrontarmi mi ha permesso di aprire ancora di più la mia mente, espandere il mio modo di pensare e mantenere una visione diversa sulla società in cui viviamo: dopo tanti anni ho finalmente risvegliato l’attivista che è in me ed è anche per questo che ho deciso di dismettere completamente l’attività intesa come sola ciclofficina.

In tutti questi anni sono sempre stata sensibile ad alcuni temi, oltre la bicicletta, come il diritto all’aborto o all’eutanasia: credo fortemente nell’autodeterminazione del proprio corpo e che ampliare (e far rispettare) certi diritti non tolga nulla a chi la pensa diversamente. I dettagli di questo pezzo di storia li trovi qui.

Dopo tutte queste parole quindi chi sono? Chi mi conosce dice che sono perseverante e coraggiosa, pazza quanto basta e condivido questa opinione.

E sono anche ciclofilosofa, vegetariana, artigiana ciclomeccanica, artista, blogger, podcaster, ciclista urbana, gattara, femminista.

In questa definizione ci sono parole che non ho specificatamente raccontato, ma fanno tutte parte di me, navigando tra queste pagine potrai scoprire tutti i dettagli.

Consiglio di leggere anche perché mi chiamo La Ciclista Ignorante e sono anche un’artista digitale.


La Ciclista Ignorante è un progetto che ambisce a diffondere e condividere un nuovo stile di Vita, basato sull’etica, la trasparenza, la contaminazione di idee, un progetto in cui la bicicletta è sempre stato un mezzo e mai il fine. Lo scopo del Blog e di tutto l’universo connesso è incoraggiare le persone che inciampano nei miei contenuti, con uno sguardo attento a chi si sente più fragile, discriminatə, indifesə, impauritə.

Se apprezzi il mio lavoro, se tra i miei contenuti hai trovato quel valore che cercavi, sostienimi!

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2 commenti su “Piacere, mi chiamo Adriana…”

  1. Ciao Adriana, sono Giuseppe e abito a Bari. Ti seguo da un pò su Linkedin: i tuoi post, anche un provocatori, sono interessanti e certamente sono “veri”, in quanto parlano di verità oggettiva. Linkedin è l’unico social a cui sono iscritto; l’ho fatto per motivi personali, per parlar male della plastica e soprattutto della differenziata della plastica, che non risolverà un bel niente (in quanto gli stessi polimeri in terza vita non sono più riciclabili, per fisiologica decadenza, e dunque…ci troveremo presto sommersi, più di prima…). Sono ambientalista, animalista e pure femminista. E da ambientalista vero, per quel che ho scritto tra parentesi sostengo che la plastica vada radicalmente ridotta e che nel frattempo bisogna costruire termovalorizzatori, che paradossalmente possono essere una delle nostre poche salvezze. A parte questo, come dicevo, ti ammiro e ammiro la tua pro-attività (come si dice oggi). Io vorrei tanto continuare ad andare in bici (ho sempre avuto bici da corsa, ho fatto tanto sport), ma da circa 15 anni non posso, per una forma di artrite auto-immune molto aggressiva. Sto qui a casa, lavoro da casa (ingegnere civile e dei materiali); ogni tanto esco. Mi prendo tutti gli insulti privati su linkedin, e vado avanti… Beh ci si “vede” presto. Ciao. Giuseppe.

    1. Ciao, grazie delle tue parole… Scusa il ritardo nella risposta ma l’influenza mi ha bloccato per un po’. Non ne so niente di plastica, ma nella mia ignoranza continuare a riciclare mi pare una buona scusa per non smetterla di produrla. Tra l’altro le politiche che responsabilizzano il singolo e deresponsabilizzano governi e industrie mi lasciano per lo meno perplessa. Nel mio piccolo è mesi che non pedalo neanche io. Spero che l’influenza si porti via tutto e di riprendere presto perché mi manca. Un saluto ?❤️

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