(Questo articolo non è un’adv, non sono presenti link affiliazione, elenco i prodotti che ho usato direttamente.)
Quello che segue è un articolo frutto della mia esperienza, prima come semplice appassionata e poi come professionista: mi sono sempre chiesta se i prodotti specifici per la pulizia della bicicletta avessero realmente senso o se fosse solo marketing, come orientarsi tra le varie marche disponibili sul mercato e se ne esistessero di equivalenti in versione fai da te/casalinga.
Tutta questa ricerca si è scontrata in diverse occasioni con le tante leggende che girano sull’argomento e, soprattutto, con la necessità di essere pratica e concreta.
È importante sottolineare un concetto fondamentale: non esiste un prodotto migliore o peggiore di un altro in assoluto, ma sempre in relazione allo scopo per il quale lo usiamo (aggiungo: vale in ogni ambito non solo nella pulizia della bicicletta).
So che questo tipo di argomentazione può essere controverso e non voglio negare che ne esistano anche di scadenti: il mio intento è sottolineare come un prodotto, anche molto buono, non è detto che vada bene per ogni occasione.
Per cominciare va detto che i prodotti professionali per la pulizia della bicicletta e quelli casalinghi sono oggettivamente diversi con rese differenti. In generale di quest’ultimi se ne consuma di più se non addirittura il doppio di uno professionale. Non necessariamente questo è un difetto, dipende da quanto tempo abbiamo a disposizione e quanto approfondita vogliamo la nostra pulizia.
Un ragionamento del genere fatto in una ciclofficina professionale potrebbe non funzionare: volenti o nolenti il tempo con cui concludiamo un lavoro è un fattore determinante per far quadrare l’attività.
Ma come lo scegliamo un prodotto? O piuttosto come possiamo farlo in modo casalingo?
Per quanto riguarda la scelta tra quelli professionali l’unica via sensata, per quanto mi riguarda, è provarli: cosa troviamo facilmente tra online ed offline? Ed il prezzo ci soddisfa? Le recensioni online come sono, ci ispirano fiducia?
Un detergente potrebbe andare bene in una condizione ma non in un’altra: ad esempio di recente ho provato lo shampoo bici di Decathlon (liquido blu per intenderci) e l’ho trovato molto blando, può andare bene se la mia bicicletta è tenuta in modo decente quotidianamente, ma non se torno da un fuori pista su mountain bike con sentiero infangato.
Come detto non esiste un prodotto in assoluto migliore o peggiore, ed ho potuto fare le mie considerazioni provandone diversi: un’idea un po’ fuori dal comune se siamo deз fissatз della bici pulita (ebbene sì faccio parte di questo club) è farci regalare uno o più kit di pulizia per fare test casalinghi anche in relazione al proprio uso della bicicletta.
Se invece preferite le soluzioni fai da te, ci sono due prodotti facilmente reperibili sul mercato che fanno al caso nostro: il sapone per i piatti e lo sgrassatore chanteclair originale.
Nota: ho provato molti sgrassatori in commercio e molte copie dello chanteclair e non sono paragonabili all’originale, e non è solo questione di tempo a disposizione.

Inizialmente usavo il sapone per i piatti, diluito in acqua per il telaio della bici e lo chanteclair per le parti più incrostate, fango secco ad esempio, e per la trasmissione. Nel tempo il sapone per i piatti l’ho usato sempre meno.
Qualcunə sta storcendo il naso: continuano a dirci che lo chanteclair è estremamente aggressivo e che non andrebbe usato sul telaio ed io in ciclofficina lo usavo per tutto?
Concordo che la composizione di questo sgrassatore è molto particolare: nel mio vecchio lavoro (stampa digitale grande formato) era l’unico prodotto che riusciva a pulire inchiostri a solvente che potevano essere puliti solo con il solvente apposito. Ma non è corrosivo su una bici integra e, a dirla tutta, non ho mai visto niente con i miei occhi corroso dallo chanteclair.
L’unica accortezza che bisogna adottare (a prescindere) è verificare prima lo stato della propria vernice, perché se un telaio in carbonio presenta delle venature i problemi più importanti sono ben altri. In questo caso va da sé che un prodotto professionale potrebbe darci più garanzie e sicurezza.
Ho fatto l’esempio della bici in carbonio perché è il tipo di telaio su cui girano più leggende, alcune avrebbero anche un fondamento sensato ma, come spesso capita, si tende ad esagerare e fare di tutta l’erba un fascio.
Ad esempio, quando hai sottomano una bici tirata fuori dalla cantina dopo anni, non usare prodotti aggressivi è impossibile, soprattutto se si vuole recuperare la bicicletta.
Mi sono ritrovata a immergere pezzi interi nella Coca Cola, rischiando anche di distruggerli (e in un paio di occasioni è successo), ma a certi livelli o recuperi o butti non esistono vie di mezzo e non è una questione di tempo, piuttosto per alcune condizioni iniziali non ci sono prodotti professionali per la pulizia adatti, risulterebbero troppo leggeri e poco efficaci.
A proposito di leggende metropolitane, apro una parentesi per il wd40 – quello universale, non ho mai usato la linea specifica per bicicletta – il tanto demonizzato svitol (nome improprio ma di uso comune).
All’inizio facevo parte anche io del club no wd40 sulle bici ed anche in questo caso vanno fatte sempre le dovute distinzioni: stiamo pulendo una bici appena uscita di fabbrica oppure stiamo recuperando un mezzo abbandonato per strada?
Nel tempo ho sviluppato una mia teoria: più si va avanti con la tecnologia più alcuni ricambi, ad esempio pignoni e cassette, sono delicati, si consumano più facilmente e forse potrebbero risultare più sensibili all’uso di certi prodotti. In questi casi ho sempre cercato di usare quelli per pulizia e lubrificazione professionali ad hoc.
Ma quindi, tirando le somme, cosa usare e dove?
Prima parlavo di kit di pulizia, perché pulire un bici non è solo pulire il telaio ma bensì:
- telaio, manubrio, parti esterne dei comandi e delle leve freno: il prodotto professionale adatto è un detergente/shampoo per telaio;
- trasmissione: catena, pignoni/cassetta e corone, interno dei comandi: si usa sgrassatore per tutta la trasmissione e interno dei comandi, in più olio per catena (da applicare solo dopo la pulizia);
- pedali: se presentano attacchi vanno mantenuti con prodotti per la trasmissione. In generale è bene verificare che girino in modo fluido intorno al perno di fissaggio alla pedivella;
- pista frenante sul cerchio in caso di freni tradizionali e dischi in caso di freni a disco: in questo caso si può usare un prodotto specifico per freni che ha la caratteristica principale di essere volatile, quindi si asciuga in fretta e non si deposita.
Per ognuno di questi prodotti esiste la versione fai da te:
- detergente per bici: sapone per i piatti diluito in acqua o chanteclair;
- prodotti per la trasmissione: chanteclair oppure wd40, quest’ultimo può essere usato anche al posto dell’olio di lubrificazione della catena;
- prodotti per freni: alcool.
Ma ha veramente senso pulire la bici con prodotti casalinghi?
Con la varietà presente sul mercato, sia per resa che per prezzo, non ne sono così convinta. Personalmente lo faccio per mera pigrizia, certi prodotti li ho sempre presenti in casa per altri usi ed ho tempo. Va considerato che le mie bici sono vecchie, ci faccio manutenzione direttamente e mi prendo i rischi di quello che combino.
Eppure in ciclofficina li usavo, perché ora dico il contrario? La discriminante più importante è che la ciclomeccanica è il mio lavoro, so valutare cosa ho davanti e come agire. Se non avete dimestichezza con la materia, è di gran lunga meglio affidarsi a prodotti professionali, ne esistono veramente per tutte le tasche.
Concludo questo lungo articolo con alcuni trucchi di pulizia che ho sviluppato nel tempo:
- se non pulite le corone e il pacco pignoni da molto, probabilmente lo sporco sarà incrostato e duro: usate un cutter in direzione parallela alla corona/pignone per tagliare (letteralmente) lo sporco, prima spruzzate un po’ di sgrassatore;
- se avete un compressore, dopo aver passato il cutter e spruzzato un po’ di prodotto, sparate l’aria tra le corone e i pignoni dall’alto, tenendo uno straccio subito sotto per evitare che lo sporco vada ovunque. Ripetete questa operazione facendo ruotare pignoni e corone per quanto sarà necessario. Attenzione a non sparare aria in direzione del mozzo per non danneggiare coni e sfere;
- ricordarsi di pulire le pulegge del cambio posteriore: se non volete smontarle basta farle girare e grattare via lo sporco dopo aver spruzzato un po’ di sgrassatore. Potete usare una paglietta, se ne trovano di abrasive ma morbide. Meglio evitare cutter e cacciaviti per non danneggiare le pulegge. Eseguita l’operazione su entrambi i lati delle pulegge;
- prima di lubrificare la catena, pulitela: tenete una spugna o uno straccio impregnato di sgrassatore contro la puleggia inferiore del cambio e fate girare indietro i pedali. Ogni tanto girate lo straccio. In commercio vendono apposite macchinette (di dubbio risultato, perché poi va pulita anche la macchinetta) oppure online si trovano tutorial su come utilizzare due spazzolini uniti dal lato delle setole;
- pulite il telaio per ultimo;
- anche ruote e raggi ogni tanto hanno bisogno di una pulita;
- se avete freni vbrake apriteli per pulire l’aggancio al telaio: è un punto dove si accumula molto sporco;
- evitate di usare pennelli comuni per pulire corone e pignoni, se non sono quelli specifici per bici, possono perdere setole che andranno ad incastrarsi nelle maglie della catena;
- se avete gli attrezzi adatti e la giusta conoscenza, ogni tanto smontate i pezzi, come guarnitura e cambio posteriore, per una pulizia più accurata sia dei componenti che del telaio.
Personalmente faccio tutto a mano, con l’aiuto del compressore, non ho mai portato la mia bici all’autolavaggio e non ho mai usato un’idropulitrice. Di certo una bici non va pulita sotto una cascata d’acqua incontrollata, se però avete dimestichezza con la ciclomeccanica, anche in questo caso, sfato una leggenda: l’idropulitrice si può usare, indirizzando accuratamente il getto e sapendo calibrare la pressione (dipende dal modello e dalla distanza tra il getto e la bici). Inoltre si iniziano a produrre anche modelli adatti per biciclette, per insaponare e lavare, studiate per evitare eventuali danni.
Ricordate: su una bici pulita si pedala meglio, non sottovalutate questo aspetto.
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