Non mi ero mai resa conto di quanto fosse importante per me avere una routine quotidiana finché non l’ho ritrovata.
Quasi tutti i giorni sono in bucofficina. Arrivo, lego Wilma (quando sono in bici), tiro fuori le bici che ho da finire, appendo il quadro che mi ha regalato il mio migliore amico, se ho lasciato il banco incasinato sistemo, e poi comincio. In generale so cosa ho lasciato e da dove cominciare, poi c’è sempre l’imprevisto o il cliente che arriva a portarmi la bici.
La sera il processo è inverso ed il quadro scandisce la chiusura: è l’ultima cosa che metto dentro, lo appoggio sullo sgabello, stacco le prese, spengo la luce e l’interruttore generale e chiudo la saracinesca.
Proprio in questi giorni mi sono resa conto che questa cosa mi mancava: un rituale. Il ripetere di alcuni gesti che scandiscono le mie giornate.
Come quando arrivo a casa: tolgo la borsa e la ruota davanti, metto tutto in ascensore, salgo a casa, poso bici ruota e borsa nell’ingresso di casa e poi mi accuccio a salutare tutte le mie belve miagolanti. Ogni volta che esco in bici (la maggior parte delle volte) è questo il mio rituale serale.
Mi sto costruendo la Vita che voglio, con una fatica immensa, ammetto di essere un po’ stanca e di avere paura di quel che sarà, perché la strada è ancora parecchio in salita. Ho di nuovo un bar di fiducia, una compagna di caffè, parlo con chiunque, ho conosciuto un sacco di nonnini.
Il mio nuovo posto di lavoro è fighissimo.
Ogni bici che metto sul cavalletto è una sfida. E mi sto costruendo una routine lavorativa, sto costruendo i miei gesti, il mio modo di lavorare. Mi mancava la mia manualità, fare le cose senza dover pensare, mi mancava sentirmi sicura di me. Tutto questo è una sfida immensa. Ci sono volte che mi sento fortissima ed altre che penso che a quaranta anni dovrei già essere arrivata.
Ma la cosa più bella di questi giorni è che lavoro cantando. Chi mi sente cantare non è tanto felice visto quanto sono stonata, più di una campana, ma canto e lavoro. Credo che possa essere una buona immagine di come sto in questo periodo.
Sono felice e voglio essere grata di tutto quello che ho, lasciare lo spazio alla paura giusto quanto serve per non mollare ma senza farmi mangiare il cervello. Ho un sacco di obiettivi, ne scriverò presto e ancora una volta Voi tutti che mi leggete sarete con me in questo viaggio.