Tra la prima bici, Carolina, e quella attuale, Wilma, c’è stata di mezzo Bestia, la bici rubata. Stesso modello della bici attuale, frutto di una colletta della mia famiglia (all’epoca 400 euro di bici).
Quando hai iniziato da poco a girare in bici e te la rubano, possono accadere due cose.
Rinunci e torni alla tua vita di prima, in scooter, oppure impari come lasciarla il più possibile in sicurezza. Chi me l’ha rubata è uno stronzo (scusate il francesismo necessario), ma ciò non toglie che io sia stata molto ingenua su come legarla in strada.
Avete mai notato che se comprate un catena o un lucchetto per legare la vostra bici, sul cartellino del prezzo, spesso, viene indicato il tempo per cui quel sistema è idoneo? Non ci avevo mai fatto caso, e mi ero limitata a comprare una catena adatta per soste non superiori ai cinque minuti. Nella vita non si smette mai di imparare, a volte a caro prezzo.
Così studia che ti ristudia, ho deciso per il lucchettone, il lucchetto a U (anche detto a D), sistema che tutti decantano come il migliore. Nel mio caso:
– arco di sezione tubolare di 13mm in acciaio cementato (che conferisce una resistenza superiore)
– dimensioni dell’arco: cm. 78
– resistenza infallibile alla pinza, alla sega e al martello (la leggenda narra che per tagliarlo serva il flessibile e molto tempo)
– rivestimento in plastica che non fa rumore e che non graffia il telaio della bici
– peso complessivo 1,5 kg
Non contenta ho aggiunto anche la catena del mio ex scooter, una normale catena antitrancio che non ho mai usato neanche per lo scooter e che finalmente trova il suo ruolo nel mondo. Non è così difficile tranciarla in realtà, ma confido che l’insieme dei sistemi faccia desistere il ladro di turno.
Durante questi giorni di apprendimento su come legare la bici, ho sentito molte storie diverse e utili. Ho così messo a punto la mia tecnica:
– posti illuminati
– pali, grate, o simili, in buone condizioni (non rotti o arrugginiti)
– se alla grata di turno ci arrivo solo con la catena, con il lucchetto blocco la ruota posteriore al telaio
Non ho mai usato un sistema per bloccare la sella al telaio e non l’ho mai levata (sono paranoica sull’altezza di sella e tutte le volte ci uscirei pazza), ma anche queste sono soluzioni. Come anche, oltre al legarla, levare la ruota davanti (quasi tutte le bici moderne hanno lo sgancio rapido anteriore).
Sistemi ce n’è diversi, non ne esiste uno sicuro in assoluto.

Un’ulteriore accortezza acquisita nel tempo è portare la bici all’interno dove possibile.
La sera è a casa, di giorno ha il suo posteggio all’interno del laboratorio dove lavoro. Quest’ultima soluzione è arrivata dopo che una mattina mi sono ritrovata la catena fissa, fuori dall’ufficio, segnata: qualcuno aveva puntato la bici e sperava non mi accorgessi della manomissione. Da quel momento ho iniziato a portarla dentro. Non mi piace rompere le scatole, ma tra il rischio di subire nuovamente un furto e quella di disturbare un pochino, scelgo la seconda.
Un altro problema del parcheggio, oltre al come, è anche il dove.
Secondo il codice della strada, parcheggiare la bici sul marciapiede, se non in apposito spazio, è divieto di sosta. Quindi ogni volta che la lego ad un palo, potrebbero portarmela via: in città come Firenze o Mestre ho letto che lo fanno veramente, da noi siamo talmente pochi ciclisti che al momento non esiste il problema del parcheggio selvaggio.
Piuttosto ogni tanto ho il problema che levano i pali, presumo perché non serva più quella segnaletica, quindi non so dove legare la bici e divento un po’ scema a cercare di farlo senza dare disturbo ai passanti: pochi pali e marciapiedi stretti sono un pessimo connubio.
Sarebbe compito dell’amministrazione risolvere il problema, perché a Genova non ci sono parcheggi bici, se non presso la Stazione Brignole, e alcuni negozi di bici.
Quindi se non mi metti in condizioni di parcheggiare secondo la legge, puoi portarmi via la bici e multarmi? Teoricamente sì e anche praticamente.
Ogni volta che parcheggio la bici in strada, accetto il rischio: pedalare mi ha cambiato la vita e non voglio rinunciare e, soprattutto, è vivo in me il desiderio che la mia città diventi ogni giorno più ciclabile, accogliente e vivibile.
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Ciao. Mi pare che la bici possa essere parcheggiata negli stalli bianchi…
Ciao, grazie per il tuo commento. Non ho idea di cosa intendi per stalli bianchi, ti va di spiegarmelo? Grazie!