Nel rileggermi oggi (8 maggio 2022) mi faccio molta tenerezza. Ho sempre avuto l’idea che il blog fosse una sorta di diario dove se non scrivevi “qualcunə” ci sarebbe rimasto male. Mi impegnavo per postare due volte a settimana e mi sentivo in colpa se saltavo il giorno.
Ho capito molto dopo che le dinamiche sono diverse, anche se a distanza di tempo penso sia stato un buon allenamento.
Come scrivevo nell’intro del primo post da cui ho cominciato la revisione di tutti i post pubblicati fino ad oggi: lo scopo non è stravolgere la strada fatta finora, mi piace condividere l’evoluzione che ha fatto il mio stile e voglio mantenere traccia di questo, quindi in queste brevi righe cerco di mantenere il linguaggio inclusivo che ormai mi contraddistingue, ma non modificherò i post molto vecchi in tal senso.
Buona lettura, l’originale qui sotto è del 7 marzo 2021 ?❤️
Sono in ufficio da sola.
Avrei dovuto scrivere un post per giovedì scorso e uno per oggi, ma ha vinto il lavoro (quello ufficiale) su tutto. Lo so, i grandi esperti di web marketing mi sgriderebbero. Bisogna dare continuità al blog e bla bla bla, se si vuole avere successo. Ho deciso da tempo che scriverò quando riesco, sempre con l’idea di postare il martedì e il giovedì, e se non ci riesco amen.
Ho aperto questo spazio, perchè vorrei che da virtuale diventasse reale.
Un luogo dove creare comunità e condivisione. È un’idea molto ambiziosa e, considerando che al momento pedalo in solitudine, lo è doppiamente.
Mentre finivo di stampare (lavorativamente parlando sarei ancora un’operatrice grafica), ho scaricato le slide del prossimo corso, biomeccanica avanzata che si terrà questo weekend a Milano: 309 pagine di slide. Al prossimo che mi chiede come mai faccio questi corsi, cosa ci sarà mai da imparare, gli rispondo solo 309.
Avevo promesso di spiegarvelo e ve lo spiego in pochissime righe.
Ho imparato tutto quello che so da sola.
Tolto le nozioni scolastiche, lavorativamente parlando, la grafica prima e la stampa dopo le ho imparate da autodidatta (e a distanza di anni mi rendo conto di avere non poche lacune), i pochi che ho incontrato nel cammino erano estremamente gelosi del loro sapere, e l’idea di condividere era (ed è) per molti inconcenpibile, mentre non c’è niente di più bello che condividere esperienze e sapere.
Il primo corso che ho fatto era ad aprile dell’anno scorso ed a distanza di un anno ho deciso di realizzare la mia officina personale: il sogno sarebbe farlo diventare un lavoro, per il momento imparo.
Avevo deciso che l’anno scolastico 2016/2017 sarebbe stato l’anno della formazione e così mi sono iscritta a tutti i corsi: biomeccanica base e avanzata, meccanica avanzata, specializzazione freni idraulici, specializzaione ruote e specializzazione sospensioni.
Con la scusa sono tornata due volte a Peschiera del Garda (che adoro), ho conosciuto Lecco (dove tornerò a fine mese), avrò modo di stare a Milano da mia cugina che non vedo mai (e con cui non mancheranno delle sane risate) e per la prima volta vedrò Treviso.
L’investimento economico è sostanzioso, e proprio ieri mentre stavo comprando online la mia prima cassetta degli attrezzi (dopo molte indecisioni), sono stata assalita da non pochi dubbi: perchè ho pochi soldi, perchè non ce la farò mai (ci ho messo due settimane a capire che pacco pignoni monta la mia bici), perchè lavoro troppe ore e non troverò mai il tempo di costruirmi la mia bici da zero come vorrei, e mille altri perchè… sceglietene qualcuno a caso.
Quando arriva la paura i perchè sono mille, ma quanto valgono in confronto al desiderio di fare qualcosa che piace?