Aggiornamento del 14/02/2023: mi fa molto effetto rileggermi alla luce della diagnosi di Adhd, un aspetto che ho condiviso molte volte. Mi fa effetto rendermi conto che quel non riuscire a staccare la mente non era solo senso di responsabilità, ma può essere un aspetto comune a molte persone al di là di situazioni specifiche. Attualmente sono cambiate tante cose, in primis non ho più la ciclofficina, ma il peso mentale è notevole e lo sto affrontando in modo completamente diverso.
Quello che cerco di dire, senza sembrare una vittima né discriminare nessunə, è non date per scontato certe dinamiche solo perché sono comuni e non esitate a curare la salute mentale oltre che quella fisica.
Lo ammetto, ho fatto anche io l’errore di paragonare la stanchezza fisica e quella mentale per poi comprendere che non ha senso: sono due tipi di stanchezze diverse, a cui reagiamo ognunə a modo nostro.
Quando lavoravo come operatrice grafica, tante volte mi sono ritrovata a discutere con i colleghi che si lamentavano dello stress fisico, loro che uscivano per i montaggi non come me che stavo solo davanti al computer (il lavoro non era solo questo ma sorvoliamo). Quando ho aperto la ciclofficina mi sono ritrovata a pensare che avessero ragione e che sottovalutassi l’impegno fisico a cui erano sottoposti. Con il tempo ho compreso che sono due tipi di stanchezza diversi, entrambi leciti e che personalmente, quello che mi spezza le gambe, è la combo tra le due.
Nel vecchio lavoro, per quanto io lavorassi al mille per cento e dedicassi tutte le mie energie all’azienda anche se non mia, il fine settimana non lavoravo e, soprattutto, staccavo mentalmente: non sentivo l’onere delle spese, per quanto mi impegnassi per il fatturato non vivevo direttamente l’ansia di pagare stipendi e leasing.
Nella mia ciclofficina è diverso e non stacco mai veramente, giusto o sbagliato che sia: il pensiero è sempre ai pagamenti, ai lavori da fare, a quelli sbagliati da recuperare, all’affitto, agli ordini dei pezzi di ricambio. E così, anche quando sei a casa la domenica mattina per riposare, in realtà il tuo cervello lavora sempre.
Lo ammetto: questo aspetto l’ho sottovalutato. So lavorare sotto stress e scadenza incombenti, ma questo tipo di stress è nuovo e mi ha parecchio destabilizzato. Come se ne esce? Non lo so, ci sto ancora provando, ma se Vi va, ragioniamo insieme.
Partiamo dalla premessa che non siamo tuttə uguali.




La prima cosa da fare è cercare di capire quale tipo di stanchezza ci pesa di più.
Finché si trattava di lavorare al pc quasi tutto il giorno, ero perfettamente in grado di gestire lo stress mentale. È diventato più pesante da quando la stanchezza mentale non è più stare davanti ad un monitor tutto il giorno, ma pensare a tutta una serie di impegni per lo più legati ai soldi che non bastano mai.
Come dicevo prima, il vecchio lavoro non era solo stare seduta e mandare in stampa file, ma era anche impegno fisico, caricavo e scaricavo rotoli, altre volte scaricavo i furgoni insieme ai fornitori oppure caricavo insieme ai miei colleghi. Quest’ultimi però erano episodi sporadici, da cui avevo tutto il tempo per riprendermi. Ora sto in piedi tutto il giorno, sollevo bici tutto il tempo e non tutte sono in carbonio super leggere, anzi.
Dopo tutti i ragionamenti del caso, ammetto che non so cosa patisca di più tra stanchezza fisica e mentale: credo quest’ultima, soprattutto in riferimento alla situazione economica.
Come risolvo? Stando bene fisicamente.
Potremmo dire che è un gatto che si morde la code, un loop da cui non se ne esce, o potremmo decidere di partire dall’azione relativamente più facile.
Il ragionamento è semplice: se sto bene fisicamente, posso lavorare, guadagnare, pagare quello che devo. Risolviamo la stanchezza fisica. Oltre a cercare di andare a dormire ad un’ora decente e mangiare bene (cose che non mi riescono affatto), un fattore da non sottovalutare è la postura mentre si lavora.
Sempre riportando all’unica esperienza che conosco bene, la mia, ad un certo punto mi sono accorta che spesso lavoravo con la bici troppo alta o troppo bassa, con un carico eccessivo sulle spalle. Questa è una cosa facile da risolvere per alleviare un po’ di stanchezza.
Cerchiamo di ascoltarci e di capire su di noi cosa può funzionare e ricordiamoci che riposarsi non è perdere tempo, ma necessario per lavorare bene.
Staccare uno, due, tre giorni non vuol dire essere delle scansafatiche, ma capire che è arrivato il momento di dedicarsi del tempo per ripartire con più energia.
Non è una gara tra chi lavora come dipendente e chi in proprio, tra chi sta soprattutto seduto davanti ad un pc o in piedi dietro un bancone. La discussione di per sé è piuttosto sterile se si paragona stanchezza fisica a quella mentale.
Piuttosto potremmo condividire le nostre esperienze, in modo da poter fornire a chi ne ha bisogno gli strumenti per superare il suo momento di difficoltà, senza giudicare (eh lo sapete che quello del giudizio è un argomento che mi tocca molto da vicino).
Le foto dell’articolo sono di Lucca, città dove sono scappata per un weekend perché avevo appunto bisogno di rigenerare testa e corpo.