Fin da subito ho esplorato e sperimentato diversi modi di comunicare: ho aperto molti social per poi piano piano abbandonarli o limitarli fortemente, oltre a questo Blog, porto avanti il Podcast Ciclofilosofico ed ho ripreso in mano il canale YouTube. In questi anni, un po’ alla volta, ho trovato la mia forma e le mie strade per comunicare con chi mi segue. Una costante, seppur con alti e bassi, è sempre stata il Canale Telegram.
L’ho aperto ad ottobre 2017 ed originariamente l’unico scopo era condividere gli articoli del blog, ma ben presto mi sono resa conto che non poteva bastare e che soprattutto far crescere un canale Telegram, a meno di non essere già molto famosa, non era affatto facile. Così a novembre 2018 l’ho sospeso, senza chiuderlo definitivamente: anche se non lo utilizzavo attivamente non volevo che tutto il lavoro fatto negli anni andasse perso, per questo non l’ho mai eliminato. Ad aprile 2020, tra le tante cose che ho ripreso in mano, un po’ abbandonate nei meandri del mio pc e del mio cervello, c’è stato anche il canale Telegram. L’arrivo del virus che neanche ho voglia di nominare ha portato nella mia Vita un periodo molto intenso e di riscoperta.
Il mio obiettivo è sempre stato quello di creare un posto più raccolto rispetto ai social, di scambio autentico, una stanza dove dialogare e confrontarsi.
Per un sacco di tempo mi sono interrogata su dove sbagliassi, sul come mai non riuscissi nel mio intento. Per tanto mi sono data la colpa perché non parlo solo di biciclette, in alcune circostanze l’ho presa fin troppo sul personale. Quello che non avevo compreso è che il problema, se così vogliamo definirlo, non è in merito ai contenuti, la cadenza, la frequenza, ma è l’app stessa.
Telegram è un’app di messaggistica istantanea, credo si possa considerare la concorrente diretta di WhatsApp. Nasce nel 2013 in Russia e ad oggi conta così tanti account e necessità di infrastrutture che ha aperto alla pubblicità e prevede una versione premium a pagamento.
La pubblicità è il mezzo più diffuso online attraverso cui è possibile sostenere i propri progetti, il mezzo a cui io non voglio cedere come ho raccontato in tante occasioni.
Quello che sto per dire è un’opinione personale, un’idea nata da considerazioni esclusivamente personali sulla base di riflessioni tutte mie.
Telegram ha una reputazione un po’ così, tantissime persone non solo non vogliono un’ulteriore app sul telefono, non hanno voglia di altre notifiche e di un’applicazione in più da controllare, ma non vedono proprio di buon occhio Telegram: proprio per la natura dell’app stessa, la crittografia e il livello di privacy è spesso stata usata in modo illecito. La pagina Wikipedia spiega piuttosto bene alcune controversie. Non che questo non capiti con WhatsApp, anzi.
E qui arriva la mia opinione più personale di tutte le altre espresse finora: sono convinta che siano proprio i concorrenti a enfatizzare le informazioni in un senso piuttosto che in un altro, per screditare l’avversario che non si riesce a battere sul piano della tecnologia. Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Se il limite più grosso al far crescere il canale Telegram è il non voler usare l’app, ho molto poco da dire in merito, una battaglia contro i mulini a vento che non intendo combattere.
Ma mi ostino ad usare Telegram e portare avanti il canale.
Innanzitutto mi piace l’app: è fatta molto bene e mi permette di usare degli stickers animati bellissimi.
Il mio canale ha la sua piccola storia e non vogliono buttarla via, fa il suo effetto scorrere il feed dove potete trovare tutto dal 2017 ad oggi, fa effetto vedere come è cresciuta e continua a crescere La Ciclista Ignorante. Ci sono persone che mi seguono da tantissimo tempo e trovano in Telegram la loro dimensione.
Non starò qui a dirvi cosa pubblico o meno su Telegram, a raccontarvi di come per anni mi sono impegnata a far passare di lì tutto in anteprima (per poi rendermi conto che non interessava affatto) o come ci siano cose che pubblico solo lì.
Dirò solo che Telegram è la versione bignami de La Ciclista Ignorante, e La Ciclista Ignorante è un gran bell’Universo!
In questo post sul canale (che è pubblico, potete leggere senza iscriverVi per forza) ho raccolto una sorta di Istruzioni per l’Uso: è una mappa tra i contenuti che più rappresentano questo progetto. So che sono tanti e serve tempo per guardarli/leggerli, anche per farli è servito tempo: credo sia importante condividerli per riuscire insieme a costruire quella società equa e rispettosa delle diversità a cui ognunə di noi ambisce (ovviamente sono solo il punto di partenza.

Dopo tutto questo sproloquio, finalmente arrivano le informazioni tecniche.
Iscriversi è facile: se non avete già installato l’app, andate sul Vostro store e installatela. Serve un numero di telefono ma potete decidere dalle impostazioni di non mostrarlo e gestire l’app con un nickname (fa molto web anni ’90). A differenza di WhatsApp l’app è multi account e uno stesso account può essere installato su più device. Come per WhatsApp esiste anche la versione desktop.
Una volta installata cliccate su questo link: il telefono chiederà conferma se aprire il link con l’app o il browser, scegliete l’app e una volta cliccato si aprirà Telegram, cliccate su unisciti ed il gioco è fatto. Se preferite potete anche silenziare le notifiche e accedere solo quando volete per leggere/vedere/ascoltare gli aggiornamenti del canale.
Se ci tenete molto alla Vostra privacy ricordatevi di settarla come meglio desiderate dalle impostazioni (potete decidere di non far vedere il Vostro numero di telefono in assoluto oppure mostrarlo solo ai Vostri contatti).
Spero di essere stata chiara e di averVi un pochino incuriosito, per qualsiasi domanda/curiosità commentate o scrivetemi.
La Ciclista Ignorante è un progetto che ambisce a diffondere e condividere un nuovo stile di Vita, basato sull’etica, la trasparenza, la contaminazione di idee, un progetto in cui la bicicletta è sempre stato un mezzo e mai il fine. Lo scopo del Blog e di tutto l’universo connesso è incoraggiare le persone che inciampano nei miei contenuti, con uno sguardo attento a chi si sente più fragile, discriminatə, indifesə, impauritə.
Se apprezzi il mio lavoro, se tra i miei contenuti hai trovato quel valore che cercavi, sostienimi!
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